Montagna Magica

[:it]JOST KOBUSCH: EVEREST, SECONDO TENTATIVO SOLITARIO SULLA CRESTA OVEST [:en]Jost Kobusch, Everest West Ridge winter solo attempt[:]

[:it]

Jost at highest point,7366mt on West Ridge, first attempt 2020

Due anni fa, quando Jost Kobusch – un giovane alpinista tedesco classe 1992 – annunciò di voler provare a salire la via della Cresta Ovest dell’Everest, in solitaria, in stile alpino leggero, in inverno (!), i media e la comunità alpinistica hanno sollevato dubbi e stupore: chi è questo ragazzo? È abbastanza qualificato per affrontare una sfida del genere?

Breve Storia della Cresta Nord Ovest,Everest

La cresta Nord Ovest è una via molto lunga e tecnicamente difficile che è stata tentata raramente. Dal Campo Base si parte con una parete fino al Col LhoLa (6.000 mt) poi un’altra difficile parete di misto fino a 6.600 mt, dove inizia la lunga Cresta di 3 km – che porta in vetta; Tom Hornbein e Willi Unsoeld hanno scalato una parte della West Ridge, poi hanno attraversato l’Hornbein Colouir nel 1963; il primo tentativo di una via diretta della Cresta Ovest fu effettuato da una spedizione francese nel 1974 che finì in tragedia: 6 alpinisti morirono sotto una valanga. Poi, una forte squadra jugoslava, con l’aiuto di alcuni sherpa, la scalò per la prima volta nel 1979 utilizzando 18 tonnellate di attrezzatura. Infine, Hristo Bodanov, un forte scalatore bulgaro, fece la prima via in solitaria della West Ridge nel 1984 ma morì in discesa.

Jost Kobusch : ritratto

Nonostante la giovane età, Jost ha un’etica dell’arrampicata abbastanza rigorosa; persegue lo stile alpino, senza O2, senza supporto di sherpa per quanto possibile; dopo aver salito alcune vie delle Alpi a vent’anni, ha fatto la sua prima spedizione asiatica nel 2013, dove ha scalato una vetta di 4.000 metri e provato il Pik Lenin, senza salire in vetta; poi ha salito l’Ama Dablam nel 2014, l’Annapurna nel 2016, poi nell’ottobre 2017 ha salito in solitaria l’allora inviolata Nangpai Gosum II di 7.296mt, una vetta tra Nepal e Cina (  ) . Per questa salita è stato finalista del Premio Piolet D’Or.

2019-2020: primo tentativo di Jost

Quando Jost ha annunciato il suo primo tentativo di Everest sui social, sono seguiti dibattiti su di lui ; Jost non ha risposto nè polemizzato, ha iniziato la sua spedizione scalando un paio di cime di 6.000 mt – di cui una di 6.300 mt poi inviolata – per acclimatamento, poi ha fatto molte rotazioni dal suo Campo Base – assistito da un solo cuoco e per qualche tempo da un suo amico fotografo – salendo la prima difficile parete fino al passo di LhoLa (6.000mt), dove ha allestito un campo deposito nascondiglio con una minuscola tenda; poi, lentamente ma costantemente, ha salito un altro ripido tratto di misto arrivando sulla Cresta Ovest vera e propria e raggiungendo una quota massima di quasi 7.400 mt, prima di tornare indietro dopo due mesi di spedizione: un risultato straordinario, senza ombra di dubbio, come primo tentativo.

2021-2022: Secondo tentativo in corso: West Ridge e Hornbein Colouir

Jost Kobusch ha annunciato il suo secondo tentativo lo scorso autunno inoltrato.
Ancora una volta, le voci critiche si sono subito alzate – soprattutto in Europa: alcuni tedeschi hanno messo in dubbio alcune sue scalate del passato, più che altro per come sono state annunciate (“il più giovane sull’Ama Dablam”…) che per questioni serie; qualcun altro ha puntato il dito sui post nei social network – considerati come “ambigui nelle sue intenzioni” o scritti come fossero fatti da un  “Public Relation manager”. Tra questi, in un bell’articolo di Angela Benavides su Explorersweb, Reinhold Messner ha dichiarato: “È tutto PR. Ha detto che ha solo l’1% di possibilità. Se è così, dovrebbe rimanere sulle Alpi, realizzare scalate più piccole o scalare prima degli impegnativi 6.000 o 7.000”.
Sono rimasto piuttosto sorpreso da queste critiche di “PR”. Innanzitutto Jost Kobusch ha un pubblico social buono ma limitato – rispetto a molti altri climber “star” dell’alpinismo: circa 22.000 followers su Instagram e 15.000 su Facebook. Ha un paio di buoni sponsor, ma sicuramente non è assolutamente un “influencer sociale” o un tipo di post “PR”.
Secondo, e più importante: Jost Kobusch ha comunque scalato già alcuni 6000 e 7000 non certo semplici, e ha dichiarato che questo secondo tentativo aveva un obiettivo intermedio che è cercare di raggiungere una quota di 8.000 mt, possibilmente accedere all’Hornbein Colouir, perché nella sua salita del 2019 ha notato che forti venti fino alla Cresta e le condizioni generali erano davvero pericolose ; quindi ha deciso di puntare a seguire una variante della via jugoslava e alla soluzione adottata daHorbein/Unsold.

Ha chiaramente specificato che l’obiettivo finale di scalare la vetta dell’Everest , in solo e invernale, lungo questa via, avrà senz’altro bisogno di una terza spedizione.

Comunque, in questo secondo tentativo Jost Kobusch ha fatto una fase di acclimatamento che è consistita nella scalata di due cime, di cui una prima inviolata, denominata Purbung (6.500mt).
Ho raggiunto Jost Kobusch, che attualmente sta riposando presso la Pyramid Italian Research Station vicino a Lobuche, e mi ha rilasciato un’intervista vocale. Ho avuto un’ottima impressione generale su di lui: ha un atteggiamento e una voce molto calma, gentile; ha risposto a qualsiasi domanda con molti dettagli sulla sua strategia. La filosofia di Jost sulla scalata in solitaria dell’Everest potrebbe essere riassunta in queste parole: “esplorare l’ignoto, imparare passo dopo passo, in questo grande progetto è la mia più grande soddisfazione e la vera ricompensa”

Intervista a Jost Kobusch

Prima di tutto vorrei sapere da te le condizioni generali della via che hai salito finora. Seguendo il tuo tracker, ho notato che sei arrivato a 6.450mt – quasi alla fine della parete prima di re il Ridge “simile ad un altopiano”. Quella sezione era sicura? Sembrava minacciata da un enorme seracco .

Le condizioni rispetto all’ultima volta sono decisamente più gelide; Penso che ci sia stato più sole con temperature più calde che hanno portato a questa condizione e quando alla fine ha nevicato era già così ghiacciato che la neve è appena scivolata giù Quindi è un po’ più difficile affrontare la parete che porta verso LhoLa. Ho seguito una linea leggermente diversa per evitare pericoli oggettivi come valanghe E poi da LhoLa fino al punto che hai indicato, sembra di essere sotto questo enorme seracco che sembra molto pericoloso, ma in realtà è abbastanza sicuro. È riparato dalle rocce in quel muro. Quelle rocce mi proteggevano da pezzi di ghiaccio e rocce che cadevano, con conformazioni naturali che deviano i pericoli. Lassù c’è una sezione mista su roccia e ghiaccio sul lato sinistro di dove tutte le palle di ghiaccio cadrebbero. Ad ogni modo, la via è cambiata molto in condizioni rispetto al mio primo tentativo. Ho visto molti potenziali pericoli.

Avevi pianificato di stabilire un campo nascosto al LhoLa Pass come nel tuo tentativo del 2019? Quanto pesa lo zaino che porti,mediamente, a ogni tentativo?

Quest’anno non ho un campo base: sto vicino al villaggio di Lobuche – ora, nel cosiddetto Pyramid Research Center; così ho stabilito una specie di campo base avanzato a 5.700 m ed è lì che ho il nascondiglio, a metà del passo di LhoLa, nel mezzo della parete sotto una scogliera, abbastanza protetto. Quindi, quando vado sulla strada posso raggiungere il campo avanzato in poche ore. Il mio zaino pesava.. direi che è di circa 16-18 kg, intendo per la spedizione invernale sei più difensivo quindi porti più isolamento, più ga Ci sono più cose a cui piace una pala per stabilire il campo e quindi il mio ritmo è solo più lento perché voglio essere più sicuro e sai, considerando che il margine di errore è più piccolo..

Il tuo obiettivo per questo 2° tentativo è di raggiungere quota 8.000 mt accedendo all’Hornbein Colouir. Qual è la tua strategia prevista per le prossime rotazioni?

Penso che metterò un campo “due” dove mi avete visto l’ultima volta nel punto più alto (6.457mt). L’ultima volta un palo si è rotto, quindi devo ripararlo e portare dell’attrezzatura in più. Quindi penso che avrei un altro campo sopra quello e poi andrei con un peso leggero e metterei un ultimo campo dietro la cresta, per evitare i forti venti. E poi il piano sarebbe quello di attraversare Hornbein Colouir. Voglio dire, questo è il piano. Vediamo come funziona. Potrebbe benissimo essere che metterò più campi, pensando a potenziali temporali in arrivo o al maltempo che mi costringerà a bivaccare.
Strategia ..beh, questo progetto è enorme e personalmente credo che nessun altro progetto potrebbe prepararmi a questo, meglio del progetto stesso; quindi l’idea è che vai, provi i movimenti, impari molto, torni indietro, provi la stessa sezione, finché non sei finalmente in grado di salire in sicurezza.. e vedremo come funziona questo approccio “lento”.

Questa per me èl’esplorazione . Concentrarsi sull’apprendimento, imparare il più possibile.

Le possibilità di successo sono piccole ma ad ogni tentativo aumentano di un poco. Sì. E quindi, voglio dire, quello che mi piace davvero di questo progetto è questo viaggio nell’ignoto. È solo, sì, sono davvero curioso di sapere cosa scoprire lì ,perché nessuno lo sa e sono davvero curioso di sapere cosa sarò in grado di fare.

Quindi penso che questa curiosità sia il motore principale del progetto.

[:en]

Soon to be published on CLIMBING MAGAZINE !

[:]


Pubblicato

in

, ,

da