Montagna Magica

[:it]DENIS URUBKO : Nulla è definitivo [:en]Denis Urubko: Nothing is Definitive[:]

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Denis Urubko ha rilasciato una importante intervista a Russianclimb.com ; col suo personale permesso e quello di Elena Laletina, editor dell’importante sito russo, la traduzione del suo pensiero

Non mi piacciono le Montagne : ho perso troppi amici lassù

Denis Urubko – Traduzione Federico Bernardi con la collaborazione di ..alcuni amici russi

Vedo molte speculazioni negli ultimi tempi, la gente parla di me … “blah blah blah” , lo fanno per promuovere se stessi.

Per favore!  Quante bugie … sia da cineasti sia da altri alpinisti.

E i giornalisti propongono al loro pubblico queste speculazioni come la verità ultima. Ma la maggior parte di esse sono sbagliate. L’unico su cui garantisco è Bohuslav Magrel (Capo del Club Alpino Polacco), perché mi conosce bene. E ora preferisco dire la mia per fare chiarezza.

Non c’è nulla di definitivo per me. Al contrario.

Tutto quello che faccio in montagna è mutevole : tattica, tecnica e stile di arrampicata. Solo l’obiettivo rimane costante.

Pertanto, nessuno si dovrà sorprendere se riapparirò in Himalaya, una o un paio di volte… Per esempio: perché non battere il record di Juanito Oiarzabal e scalare il Cho Oyu quattro volte in una stagione?

Una cosa del genere sarebbe molto più sicura e divertente di quello che ho fatto finora.

Ma l’alpinismo estremo, le prime e le salite invernali alle vette dell’Himalaya non fanno più per me.

Tuttavia lascio una porta aperta, nel caso in cui mia moglie, Maria Jose Cardell, mi chieda di aiutarmi a tracciare una nuova via in stile alpino. In questo caso la aiuterò.

Quello che è certo è che avevo deciso di chiudere con l’alpinismo estremo ancor prima di provare il Broad Peak.

Scherzavo con i miei due “soci”, Don  Bowie e Lotta Hintsa, sul fatto che questa era la mia ultima spedizione : contavo i giorni… Gli dicevo:  altri 45, 30, 20 giorni prima della fine della mia carriera himalayana.

Comunque ho messo molta, molta forza e tutta la mia anima in questo ultimo tentativo. Ho fatto gran parte del lavoro di apertura della via. Avete visto i miei tre tentativi di vetta, incluso due assolo quando Don è stato male.

Ho dedicato molti anni all’alpinismo estremo, ne ho abbastanza. Ho soddisfatto le mie ambizioni e non vedo nient’altro che potrei fare.

Cosa sono riuscito a fare in eccellenza ? “Shine on you crazy diamonds”:  i miei “diamanti” sono le mie  cinque nuove vie aperte in stile alpino sugli ottomila metri. Ho  fatto scalate in alta velocità e ho stabilito record di velocità da 4.000 a 8.000 m.

Ha fatto due salite invernali a 8.000 m.

Ho scalato vie estremamente difficili su roccia  dai 2.000 ai 7.000 mt, su bastioni e pareti in diverse parti del mondo, come il Kush-Kaya, lo Ushba, il Vittoria Peak, il Kali-Himal. Sono abbastanza soddisfatto di quello che ho fatto.

Dal punto di vista quantitativo… L’età è un problema da cui nessuno scappa. Non riesco a fare quello che potevo fare quando avevo 30 anni ! È importante capirlo e non provare a correre come uno criceto su una ruota.

Ho lavorato come allenatore per 14 anni e ho riunito squadre forti. Ma tanti organizzatori e partecipanti spesso non hanno fatto abbastanza sforzi. Troppi confondono la libertà come un  “fare nulla”, senza sforzo.

Un altro motivo per cui smetto è la responsabilità. Mia moglie, i miei figli e i miei genitori hanno bisogno di maggiore attenzione e sostegno. Dopotutto, mi dicono giustamente : un buon alpinista è un alpinista vivente.

Voglio dedicare più tempo ai miei cari.

Soprattutto, sono stanco di perdere tempo. Questo è successo troppo spesso. Ho trascorso molto tempo ad allenarmi e per la mia famiglia e i miei amici sono mancato troppo spesso.

Le spedizioni sono durate da due a tre mesi, i miei partner si sono spesso rivelati delle..zavorre, come è successo molte volte con Simone Moro.

Ed è stato lo stesso durante l’ultimo tentativo di scalare il K2 o al Broad Peak quest’anno, e intendo Don Bowie. Essere una brava persona è importante, ma non è abbastanza per raggiungere la vetta. Ho dovuto fermarmi così tante volte a causa dell’irresponsabilità delle altre persone. Ora preferisco passare il mio tempo facendo  altro.

Non mi piacciono le montagne. Soprattuto, ci ho perso molti amici lassù. Mi piace l’azione e voglio essere libero di scegliere la mia libertà, il mio modo di essere libero.

Non mi piacciono le montagne: ci ho perso molti amici lassù. Mi piacciono le azioni e voglio sentirmi libero di scegliere… il mio modo di essere libero.

Ora intendo vivere una vita comune a quella degli altri : lavoro, bambini, hobby.. mi godrò la vita. E arrampicare su roccia, a livelli alti, ma in sicurezza. Sogno di arrivare, in arrampicata, a raggiungere l’ 8a.

Sì, è vero, ho salvato una dozzina di persone ; e ne ho anche salvate molte da congelamento e altre lesioni. E per tre volte altri mi hanno salvato, per cui ringrazio i miei amici e compagni di spedizione. Ho salvato una dozzina di persone, ma questo andrebbe visto in modo diverso : pensiamo, ad esempio, ai medici dei reparti di emergenza che salvano centinaia di persone ogni giorno. L’assistenza medica è la norma nella vita per molte persone, questo rende la nostra vita migliore a Wroclaw o in altri posti.

Tutto questo mentre io e altri alpinisti , in realtà, realizziamo semplicemente le nostre ambizioni egoistiche o sportive.

Quando ho salvato Anna e Marchin, ovviamente, entrambi avevano bisogno del mio aiuto, ma loro stessi hanno trovato forza in quelle situazioni. Senza i propri sforzi, quando si è in difficoltà, tutto richiederebbe più tempo e il rischio sarebbe rischio enorme.

Mi dispiace per le persone che mentono prima, durante e dopo la spedizione. Trascorrere tre mesi in una squadra piena di alpinisti deboli, perdenti ingannevoli e pigri? Preferirei aver rifiutato.

C’erano tre o quattro buoni scalatori nella squadra K2. Questi sono Marchin, Adam, Rafal e il giovane Maciej. Ma era impossibile agire nella palude creata dagli altri alpinisti, dall’organizzazione e dalla direzione della spedizione. In effetti, negli ultimi anni abbiamo osservato [ dal punto di vista dei risultati, NdT] quasi a uno zero completo nel vero stile polacco dell’arrampicata in alta quota. Sì, c’è stato Andrzej Bargel. Apprezzo quello che fa, ma è qualcosa di diverso.

Molte parole, troppe scuse, questa è è stata la realtà che ho visto. Si sono spese molte parole sul passato eroico, sui successi di Chihi, Kukuchka, Kurtika e altri, ma l’ultima generazione non è pronta per l’arrampicata sportiva.

Successi recenti per l’alpinismo polacco? Peter Moravsky e la scalata invernale sullo Shishapangma e la mia nuova via sul Gasherbrum II . Non mi sembra tanto, giusto? Nel caso in cui dimenticassi qualcosa, chiedo scusa…

Non voglio costringere nessuno a fare gli ottomila, ma devo dire la verità. Spero che tutto ciò cambi presto, i polacchi hanno buone possibilità di fare scalate invernali sul Broad Peak, sul G1 e sul K2 . Nuove vie sula parete ovest dell’Annapurna,sulla nord  del Kanchenjunga. Scalate ad alta velocità sul Broad Peak e sul Cho Oyu  attendono i veri alpinisti. E questa potrebbe essere “la nostra musica” [per i polacchi,NdT] in Himalaya e Karakorum.

 

Ringrazio Denis Urubko ed Elena Laletina di Russianclimb.com per avermi dato il permesso a tradurre questo testo ; un particolare ringraziamento a Matteo Gallizioli per la sua gentilezza.

 

[:en]

Denis Urubko has released an important interview with Russianclimb.com; with his personal permission and that of Elena Laletina, editor of the important Russian site, here the translation of his thoughts 

I don’t like the Mountains: I’ve lost too many friends, up there

Denis Urubko – Translation Federico Bernardi with the collaboration of .. some Russian friends

             Denis for russianclimb.com 

I’d seen a lot of speculation in recent times, lot of people talked about me … “blah blah blah” ; they do it to promote themselves.

Please! How many lies … both from film directors as from other climbers.

It happens that journalists offer to the audience these speculations as the ultimate truth. But most of them are wrong.

The only one I trust about these speculations [about K2 last attempt with polish exp,NdT]  is Bohuslav Magrel (Head of the Polish Alpine Club), because he knows me well. And now I prefer to clarify by myself .

There is nothing definitive for me, on the contrary !

Everything I do in the mountains could change, in my opinion: tactics, technique and climbing style. Only the goal remains the same.

Therefore, no one should be surprised if I reappear in the Himalayas, once or a few times … For example: why do not break Juanito Oiarzabal’s record and climb Cho Oyu four times in a season?

Such a thing would be a lot safer and more fun than what I’ve done so far.

But extreme mountaineering, the first and the winter climbs to the peaks of the Himalayas are no longer for me.

However I leave an open door, in case my wife, Maria Jose Cardell, asks me to help me trace a new alpine-style route. In this case I will help her, for sure.

What is certain is that I had decided to close with extreme mountaineering even before trying Broad Peak.

I was joking with my two partners, Don Bowie and Lotta Hintsa, on the fact that this was my last expedition: I was counting the days … I told them: another 45, 30, 20 days before the end of my Himalayan career.

However I put a lot, a lot of strength and all my soul into this last attempt. I did a lot of the route opening job. You have seen my three summit attempts, including two solos when Don was sick.

I have spent many years in extreme mountaineering, I have had enough. I have fulfilled my ambitions and I see nothing else I could do.

What have I managed to do in excellence? “Shine on you crazy diamonds”: my “diamonds” are my five new alpine-style routes on eight thousand meters. I climbed at high speed and set speed records from 4,000 to 8,000 m.

I did two winter climbs on 8,000 mt.

I have climbed extremely difficult routes on rock from 2,000 to 7,000 meters, on bastions and walls in different parts of the world, such as the Kush-Kaya, the Ushba, the Vittoria Peak, the Kali-Himal. I am quite satisfied with what I have done.

From a quantitative point of view … Age is a problem from which nobody escapes. I can’t do what I could do when I was 30! It is important to understand this and not try to run like a hamster on a wheel.

I have worked as a coach for 14 years and I have formed strong teams. But many organizers and participants often did not make enough efforts. Too many confuse freedom as “doing nothing” without effort.

Another reason why I quit is liability. My wife, my childrens and my parents need more attention and support . After all, they rightly told me: a good climber is a living climber.

I want to spend more time with my loved ones.

Above all, I am tired of wasting time. This has happened too often. I spent a lot of time training and I missed my family and friends too often.

The expeditions lasted from two to three months, my partners have often proved to be a burden , as has happened many times with Simone Moro.

And it was the same during the last attempt to climb K2 or Broad Peak this year, and I mean Don Bowie. Being a good person is important, but it is not enough to reach the summit. I have had to stop so many times because of other people’s irresponsibility. Now I prefer to spend my time doing other things.

I don’t like mountains: I’ve lost a lot of friends up there. I like actions and I want to feel free to choose … my way of being free.

Now I intend to live a life common to that of normal people: work, children, hobbies .. I will enjoy life. And rock climbing, at high levels, but safely. I dream of climbing up to 8a.

Yes, it is true, I have saved a dozen people; and I also saved many from freezing and other injuries. And three times others have saved me, so I thank my friends and expedition companions. I saved a dozen people, but this should be seen in a different way: let’s think, for example, of the doctors from the emergency departments who save hundreds of people every day. Medical care is the norm in the life for many people, this makes our life better in Wroclaw or in other places, in Italy where I do live.

All of this while myself and other climbers, in reality, simply realize our selfish or sporting ambitions.

When I rescued Anna and Marchin [on K2, NdT], of course, they both needed my help, but themselves found strength in those situations. Without your own efforts, when you are in trouble, everything would take longer and the risk would be enormous .

I feel sorry for the people who lie before, during and after the expedition. Spending three months on a team full of weak, deceptive and lazy losers? I’d rather have refused.

There were three or four good climbers on the K2 team. These are Marchin, Adam, Rafal and young Maciej. But it was impossible to act in the swamp created by the other climbers, by the organization and by the director of the expedition. In fact, in recent years we have observed almost a complete zero in the true Polish style of high altitude climbing. Yes, there was Andrzej Bargel. I appreciate what it does, but it’s something different.

Many words, too many excuses, this was the reality I saw. Many words have been spent on the heroic past, on the successes of Chihi, Kukuchka, Kurtika and others, but the latest generation is not ready for sport climbing.

Recent successes for Polish mountaineering? Peter Moravsky winter climb on Shishapangma and my new route on Gasherbrum II. It doesn’t seem much to me, right? In case I forget something, I apologize …

I don’t want to force anyone to be eight thousand, but I have to tell the truth.

I hope all that changes soon, the Poles have a good chance of winter climbing on Broad Peak, G1 and K2. New routes on the west face of Annapurna, on the north of Kanchenjunga. High-speed climbing on Broad Peak and Cho Oyu awaits true climbers.

And this could be “our music” in the Himalaya and Karakorum.

Many thanks to Denis, Elena Laletina of russianclimb.com and Matteo Gallizioli for their kidness.

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