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[:it]Tomek Mackiewicz : Il Sognatore Ribelle [:]

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Un racconto “differente” su Tomek

Davide Bubani, alpinista e appassionato gestore di Cronache Alpinistiche , magazine cartaceo e gruppo Facebook di scambio opinioni sull’Alpinismo e suoi protagonisti, ha deciso di impegnarsi nello scrivere un libro tributo a Tomek Mackiewicz , alpinista atipico, protagonista sul Nanga Parbat di una incredibile salita in stile alpino , in invernale, sulla via parzialmente iniziata da Messner ed Eisendle e completata da Tomek assieme ad Elisabeth Revol, prima del tragico epilogo : un malore in vetta, probabilmente un’edema cerebrale in alta quota, la disperata discesa trascinato da Elisabeth fino a 7200 metri e la morte.

Il libro “Tomek Mackiewicz : Il Sognatore Ribelle” è uscito per Alpine Studio edizioni , è disponibile su tutte le piattaforme online

La presentazione del libro :

Tomek Mackiewicz era un visionario che cercava la realizzazione della sua esistenza nella montagna. Il suo personale modo di frequentarla e di scalarla era lo strumento per raggiungere un sogno a lungo concepito in Polonia, suo paese di origine, che lo aiutò a uscire dalla piega sbagliata che aveva preso la sua vita. Refrattario alle regole, indifferente alle abitudini, seguiva il suo istinto, e fu proprio quello, unito a una inesauribile tenacia, a permettergli di realizzare il sogno dell’ascensione del Nanga Parbat. Aveva tentato quell’impresa sei volte, tutte in inverno. La settima, con l’alpinista francese Élisabeth Revol, che era già stata sua compagna in due tentativi precedenti, raggiunse la vetta lungo una via sulla parte orientale del versante Diamir ritenuta impossibile, che nel 2000 aveva respinto persino Messner. Sulla via di ritorno, però, sorsero i problemi fisici che portarono alla tragedia che gli costò la vita. Questo libro è un omaggio a un personaggio schivo che forse non si sarebbe nemmeno intravisto al di fuori dello stretto mondo dell’alpinismo di punta, ma che merita di essere conosciuto.

Abbiamo fatto tre domande a Davide Bubani, incuriositi da un libro che non è una biografia, non raccoglie né aveva l’obiettivo di descrivere in termini alpinistici un uomo e la sua impresa – piuttosto il racconto intimo di un viaggio interiore , alla scoperta del lato umano di Tomek, delle motivazioni più alte che guidano sulle grandi montagne donne e uomini.

– ciao Davide, ti conosciamo per essere il creatore e gestore di Cronache Alpinistiche, un magazine mensile, breve ma ben curato, a cui hai affiancato l’ideazione di una “community” su Facebook dal nome omonimo. Ci racconti brevemente il percorso di vita che ti ha portato a scrivere di Alpinismo e di donne e uomini sulle Montagne ? 

Ciao Federico, grazie infinite di questa domanda. Cronache Alpinistiche nasce come una risposta, o meglio un urlo dal cielo da una vetta di una montagna. Sono iscritto al CAI da 21 anni, sono stato in consiglio direttivo della mia sezione CAI , e ho riscontrato che non c’è sufficiente cultura alpinistica e che l’andamento del CAI non è più quello che il 1865 voleva come spirito vocazionale e che oggi dovrebbe essere ancora così, ovvero L’ALPINISMO la sua storia e l’ardore della CULTURA ALPINISTICA. Ecco che una delle tante risposte a questa aridità ha trovato fonte in questa mia idea le CRONACHE ALPINISTICHE. Diffondere informazione e appassionare le persone alla Cultura Alpinistica e perchè no, far sognare le persone.

– hai scelto di scrivere il tuo primo libro parlando di Tomek Mackiewitz , alpinista veramente atipico. Come è maturata questa tua scelta, quali sono le motivazioni che ti hanno spinto ?

Tomek è entrato nella mia vita come bere una pozione ed è entrato nei corridoi linfatici del mio corpo e testa. In tempi non sospetti ho visto in lui il sogno, la vocazione a un alpinismo vocato alle stelle e a grandi valori umani. Ho visto in lui qualcosa di non dimensionalmente inquadrabile negli standard alpinistici, ho visto in lui il Nanga Parbat. Le stesse dimensioni volumetriche del Nanga sono esattamente coincidenti con le dimensioni del Cuore e della storia di Tomek.  Ho visto in lui l’ascesa filosofica dell’anima e del corpo. Ha fatto un’impresa eccezionale e il suo ardore è stato enorme e degno di un alpinista con la A maiuscola. Alpinisti si è prima nella vita poi nell’azione in montagna.

– non hai voluto scrivere una biografia di Tomek né trattare specificatamente di alpinismo ; mi pare tu abbia scelto di raccontare, a tuo modo, un percorso di vita ; se dovessi spiegare , in poche parole, a un profano di alpinismo perchè leggere il tuo libro , cosa gli diresti ?

Caro lettore in questo libro non troverai un biografia e non troverai dati super tecnici alpinistici, trovi un percorso alpinistico di vita che parte dall’inferno fino al paradiso degli 8126 metri del Nanga Parbat, un volo che parte dalla morte ,alla vita sulla vetta del Nanga Parbat, il racconto visionario di un uomo visionario e sognatore, Tomek un uomo un alpinista che ha saputo guardare negli occhi e nell’anima della montagna più grande della terra. Nel libro potrai trovare la Vita e le sensazioni primordiali che conducono i sentimenti e l’ardore dell’uomo esploratore vocato alle stelle.

                                                                      Elisabeth Revol e Tomek Mackiewicz 

 

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Pubblicato

Maggio 13, 2019

in

karakorum, mondo, people

da

federico66

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